9 maggio – 1 luglio 2018

Nell’ambito delle attività del Museo dell’Istituto centrale per la grafica, tese a valorizzare il patrimonio grafico delle collezioni con mostre temporanee, si presenta una selezione di una sessantina di fogli realizzati da Francesco Casorati (1934 – 2013) con tecniche di incisione calcografica dal 1952 al 1995. La retrospettiva, organizzata in occasione della donazione da parte dell’Archivio Casorati di 15 opere grafiche dell’artista torinese, testimonia il nostro compito istituzionale di promuovere e sostenere la grafica del Novecento, esponendo nel museo dell’Istituto opere che possono essere mostrate solo temporaneamente per motivi conservativi.

Per Francesco Casorati la grafica rappresentò un ambito parallelo e mai subalterno rispetto alla pittura. Uno dei più acuti interpreti della sua opera, Luigi Carluccio, notava anzi che le “esperienze dell’incisore a volte hanno sopravanzato o preceduto il lavoro di pittore”. In piena libertà e in dialogo con un contesto internazionale, Casorati esplorò tutte le potenzialità della grafica incisa, dedicandosi a molteplici sperimentazioni sui materiali, sulle modalità di morsura, sul segno e sul colore. Esemplari, in tal senso, le varianti, in sede di stampa, di “Battaglia” (1954) o le due versioni di “Battaglia dei tre cavalieri” (1957). Con la medesima libertà l’artista attraversò il periodo informale, rappresentato in mostra con fogli esposti nella sala personale alla Biennale di Venezia del 1962, e poi la fase vicina alla figurazione impegnata (“La casetta affumicata”, “L’albero e il treno”, entrambe del 1967), nella quale permane il carattere ludico e narrativo che sempre accompagnò il lavoro di Francesco Casorati. Negli anni Settanta si affaccia il tema, radicato nella specularità insita nella grafica a stampa, della gemellarità e della rifrazione dell’immagine, che prendono corpo in favolosi bestiari e vertiginosi labirinti grafici. Sarà la purezza assoluta del segno, la “scrittura” acquafortistica, a dominare l’ultima fase, in cui la sintesi non esclude raffinate e allusive, a tratti inquietanti, soluzioni espressive.

In mostra, precisa il curatore Franco Fanelli, sono sintetizzati “quarant’anni di lavoro in cui l’artista spaziò con estrema libertà su più opzioni. Per le acqueforti e le puntesecche con cui, l’artista esordì tra gli anni Cinquanta e Sessanta, si è non a torto citato il riferimento a Klee. Di certo la compresenza tra poesia e “ragione”, invocata e ricercata da Francesco Casorati, spiega il successivo percorso che si evolve negli anni Settanta verso un’affabulazione non naturalistica, nella quale emerge il magistrale impiego delle partiture “a piatto” e l’uso del segno come vettore scritturale”. La mostra comprende due gipsografie, alcune matrici calcografiche e rarissime prove uniche: un materiale che consente finalmente al visitatore di penetrare nell’affascinante e complesso modus operandi dell’artista.

La dirigente dell’Istituto centrale per la grafica Maria Antonella Fusco afferma che il Museo è in grado di gestire un ritmo di cinque – sei proposte per anno, tutte differenti e qualitativamente importanti. Il metodo seguito mi sembra quello dei cerchi nell’acqua: un allargamento all’infinito della conoscenza sulla grafica, in senso tecnico, cronologico, geografico”.

In catalogo testi di Maria Antonella Fusco e di Franco Fanelli. Completano il volume gli apparati bio-bibliografici e una ricca antologia critica a cura di Cristina Valota.

 

Francesco Casorati (Torino, 1934-2013), figlio di Felice Casorati e Daphne Maugham, anch’essa pittrice, esordisce nei primi anni Cinquanta tra i fondatori della rivista “Orsa minore”, mensile che accolse le sue prime linoleumgrafie. Del 1954 è la prima mostra personale, presso la Galleria del Sole a Milano. Nel 1956 partecipa per la rima volta alla Biennale di Venezia (vi tornerà nel 1962 con incisioni e litografie, presentato da Guido Ballo). Nel 1959 allestisce la sua prima personale a Torino, nella storica Galleria La Bussola. Negli anni Sessanta partecipa alle Biennali dell’incisione di Venezia, Varsavia, Budapest ed Alessandria d’Egitto: qui, nel 1961, ottiene il secondo premio. La sua opera è esposta e sostenuta, tra le altre gallerie, dalla Gian Ferrari di Milano, che nel 1967 cura l’edizione della prima monografia sull’opera grafica; nel ’73 pubblica, nelle edizioni Gian Alvise Salamon, il catalogo completo della sua opera grafica. Tra le numerose personali e antologiche, si ricordano quelle del 1974 al Salon Olivetti di Parigi, del 1982 a Palazzo Robellini di Acqui Terme, del 1985 a Palazzo dei Diamanti a Ferrara, del 1991 al Battistero di San Pietro ad Asti, del 2000 alla Sala Bolaffi di Torino e del 2003 al Palazzo dei Sette a Orvieto. Dal 1998 una sua installazione luminosa fa parte del progetto “Luci d’Artista a Torino”.

All’attività artistica Francesco Casorati affiancò con passione, dal 1960, quella didattica, prima al Liceo Artistico e, dal 1976, alla cattedra di Decorazione all’Accademia Albertina di Torino.

Sede dell’evento  Roma, Museo dell’Istituto, via della Stamperia, 6

Inaugurazione 8 maggio 2018 ore 17,00

Date 9 maggio – 1 luglio 2018

Apertura al pubblico  lunedì – venerdì  ore 9,00 – 19,00 (ultimo ingresso ore 18.30) – sabato ore 9,00 – 14,00

Aperture domenicali 9.00 – 14.00

20 maggio Festa dei musei

3 giugno Prima domenica del mese

1 luglio Prima domenica del mese

Aperture straordinarie al pubblico

Ulteriori aperture straordinarie saranno comunicate su queste pagine

Ingresso libero

Non è possibile accedere all’Istituto con bagagli, zaini e borse di grandi dimensioni. Non sono disponibili armadietti o guardaroba.

 

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