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Roma, Calcografia – dal 31 marzo al 22 maggio 2005

COMUNICATO STAMPA

L’esposizione, dedicata all’incisione calcografica indiretta continua il progetto quadriennale “Lineamenti di storia delle tecniche” intrapreso dall’Istituto Nazionale per la Grafica dal 1996 per divulgare la conoscenza delle proprie collezioni di disegni, stampe, matrici e opere fotografiche. La natura dei beni storico-artistici che l’istituto ha il compito di conservare, tutelare e valorizzare ne impedisce una esposizione prolungata e tanto meno permanente, pertanto una mostra realizzata quasi interamente scegliendo le opere di collezione, spaziando dal Cinquecento fino a i giorni nostri, costituisce un momento privilegiato e ormai un consueto appuntamento per quanti vogliano conoscere meglio la storia della grafica anche da un punto di vista tecnico. Dopo le mostre dedicate nel 2001 alla xilografia e nel 2003 al bulino e le tecniche calcografiche di incisione diretta, anche questa invita il pubblico ad avvicinarsi alla grafica con meno diffidenza illustrando alcuni aspetti più concreti delle varie fasi di elaborazione per apprezzarla non solo come linguaggio artistico ed ampliare così la schiera degli affezionati amatori e conoscitori di stampe e disegni.
Il percorso della mostra si snoda lungo un itinerario cronologico organizzato per autori e temi in modo da illustrare l’evoluzione della storia e della fortuna delle tecniche calcografiche attraverso i fogli degli incisori più significativi, quelli che hanno maggiormente influenzato il gusto di un periodo o rinnovato il modo di operare con gli strumenti della tradizione.
Il ricco patrimonio culturale e iconografico custodito nelle sedi del Gabinetto delle Stampe e della Calcografia ha consentito di proporre in mostra stampe affiancate dalla loro matrice e ricostruire in alcuni casi la genesi della stampa dal disegno preparatorio, alla matrice in rame, alla stampa definitiva.
Il filo conduttore della mostra è costituito dall’ampio panorama di tecniche calcografiche indirette, ovvero quelle tecniche che utilizzano l’acido per scavare i solchi sulla superficie della lastra metallica opportunamente preparata.
Regina fra tutte è l’acquaforte, tecnica grafica estremamente duttile e per questo prediletta dai numerosi peintre-graveur di tutti i tempi. Il tratto agevole e disinvolto, l’apparente semplicità esecutiva, soprattutto se confrontata con l’estrema perizia tecnica richiesta per l’incisione al bulino, le ha fatto vivere momenti di vera gloria artistica.Aqua fortis nome latino dato all’acido nitrico, il mordente utilizzato dagli armaioli, antenati degli incisori, è il vero protagonista di tale procedimento. I maestri Jacques Callot, Rembrandt e Giovan Battista Piranesi, solo per citarne alcuni, fino a Giorgio Morandi e Luigi Bartolini seppero interpretare e fare propria la sostanziale intuizione linguistica di Federico Barocci noto per il sapiente uso della morsura multipla, che arricchì alla fine del Cinquecento le potenzialità espressive dell’acquaforte permettendo di variare il tono chiaroscurale delle aree incise. I fogli proposti, tutti di altissimo livello qualitativo, illustrano le potenzialità massime del mezzo ed il suo adeguarsi alle diverse intenzioni formali dei singoli artisti.
Seguono le cosiddette tecniche di resa tonale quali il lavis, la maniera a lapis, la ceramolle. Ciò che le accomuna è la costante ricerca di ottenere diversi gradi di luminosità nella definizione spaziale e formale dell’immagine, attraverso zone più o meno omogenee o campiture anziché con la combinazione più o meno articolata del tratto lineare, appannaggio sia del bulino che dell’acquaforte. La scelta dei fogli di Gilles Demarteau, di James Stuart, di Jean-Baptiste Le Prince e Jean-Claude-Richard De Saint Non testimonia inoltre il particolare gusto per un linguaggio più pittorico che si andrà affermando a partire dal Seicento, unito al desiderio di imitare sempre più fedelmente i disegni dei grandi del passato.
Nell’ambito delle sperimentazioni contemporanee, grazie anche ad acquisizioni recenti, attraverso i fogli di Giuseppe Capogrossi, Achille Perilli e i grandi formati di Mimmo Paladino, Emilio Vedova e Henry Moore assistiamo a quella espressione di forme e colori che ha caratterizzato l’arte astratta dalla metà del Novecento. In questo caso supportati egregiamente dalle potenzialità espressive dell’acquatinta in tutte le sue declinazioni che permettono non solo di emulare il disegno acquerellato ma anche di fornire un inciso capace di sostenere le operazioni di stampa senza corrompersi dopo poche copie e offrendo sempre campiture cromatiche congeniali sia alle forme geometriche di Piero Dorazio sia alle traduzioni del dripping di Sam Francis. Un ruolo importante va riconosciuto a Stanley William Hayter, considerato padre dell’incisione moderna per averla radicalmente trasformata, che con il suo “Atelier 17” costituì un punto di fondamentale aggregazione culturale e di straordinaria fertilità, attraverso le cui vicende si possono vedere più da vicino alcuni aspetti del pensiero surrealista e dell’Espressionismo astratto e coglierne le relazioni con l’incisione.
Infine nelle scatole di Janis Kounellis un’incisione gestuale e un oggetto-materiale esemplificano in modo originale le sua poetica caratterizzata da una materialità povera e sintetizzano quel processo di fruizione dell’opera, avviatosi negli anni Sessanta, in grado di coinvolgere lo spettatore.
La mostra Antonio Piccinni incisore e l’acquaforte dell’Ottocento in Italia presenta una selezione di stampe italiane raccolte da Alfredo Petrucci negli anni Trenta del Novecento per le collezioni del Gabinetto Nazionale delle Stampe, con una attenzione particolare alle problematiche conservative e all’uso della fotoincisione nell’Ottocento.

Rembrandt Harmensz Van Rijn (Leyda 1606- Amsterdam 1669) Il disegnatore e la modella (artista che disegna una modella), 1639 ca. acquaforte, puntasecca, bulino, V stato

Rembrandt Harmensz Van Rijn (Leyda 1606- Amsterdam 1669)
Il disegnatore e la modella (artista che disegna una modella), 1639 ca.
acquaforte, puntasecca, bulino, V stato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Jacques Callot La tentazione di Sant' Antonio, 1635 acquaforte

Jacques Callot
La tentazione di Sant’ Antonio, 1635
acquaforte

Giovan Battista Piranesi Carceri d'invenzione, frontespizio, 1761 acquaforte

Giovan Battista Piranesi
Carceri d’invenzione, frontespizio, 1761
acquaforte

douard Manet (Parigi 1832 - 1883)  Olimpia, 1863 acquaforte

douard Manet (Parigi 1832 – 1883)
Olimpia, 1863
acquaforte

Giorgio Morandi Grande natura morta scura 1934 acquaforte

Giorgio Morandi
Grande natura morta scura 1934
acquaforte

Janis Kounellis (Pireo 1936) Senza titolo, 1991 Incisione su carta Arches ruvida, coltello e gancio montata in cassa di lamiera zincata

Janis Kounellis (Pireo 1936)
Senza titolo, 1991
Incisione su carta Arches ruvida, coltello e gancio montata in cassa di lamiera zincata

Antonio Piccinni A Scuola  Acquaforte

Antonio Piccinni
A Scuola
Acquaforte

 

Apertura al pubblico 31 marzo – 22 maggio 2005 tutti i giorni 10.00 – 19.00

Ingresso

intero Euro: 5,00 con guida breve della mostra in omaggio.

ridotto Euro: 3,00 con guida breve della mostra in omaggio per: minori di 18 anni, scuole, studenti universitari, gruppi (minimo 15 visitatori ), militari in divisa. gratuito per minori di 6 anni, disabili, giornalisti, dipendenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Biglietto integrato mostre “Da Rembrandt a Kounellis” e “Antonio Piccinni incisore” mostre della IV Edizione di FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma (10 Aprile – 22 maggio 2005): o intero di 7,00; o integrato ridotto di 4,00 per studenti universitari, ragazzi fino a 18 anni e gruppi di minimo 15 unità, e per chi presenta in biglietteria il biglietto acquistato per un’altra mostra del Festival.

Visite guidate

Visite guidate su prenotazione: alla mostra e alla Stamperia Per scuole e università (minimo 10 max 25 persone) 70,00

Informazioni e prenotazioni

Dal lunedì al giovedì dalle ore 9.00 alle 16.00 e venerdi dalle 9.00 alle 13.00

Call center 06 82077304 – Zètema Progetto Cultura

Ufficio Stampa Istituto Nazionale per la Grafica: Marcella Ghio tel. 0669980238 – fax 0669921454

Corso didattico Roma, Palazzo Fontana di Trevi, Sala conferenze via Poli, 54

6 aprile – 11 maggio

L’Istituto Nazionale per la Grafica ha organizzato la mostra in occasione del corso didattico quadriennale “Lineamenti di storia delle tecniche”. Il tema di questa III annualità è “L’acquaforte e le tecniche calcografiche d’incisione indiretta” riservato esclusivamente agli studenti dell’Università e delle Accademie di Belle Arti. Il corso si terrà, dal 6 aprile all’11 maggio, il mercoledì e il giovedì nella sala conferenze di Palazzo Fontana di Trevi, via Poli, 54, Roma. Per la partecipazione al corso è necessaria l’iscrizione. Al corso didattico è correlata la pubblicazione del manuale Le tecniche calcografiche d’incisione indiretta. Acquaforte acquatinta lavis ceramolle, terzo volume della collana “Lineamenti di Storia delle Tecniche”, edita da De Luca Editori d’Arte e curata da Ginevra Mariani. La collana si propone di fornire strumenti didattici specifici ed esaurienti per la comprensione dei linguaggi grafici di produzione e riproduzione di immagini moltiplicabili, pubblicando testi monografici su singole tipologie di incisione, analizzandone sia l’aspetto tecnico che storico artistico nel corso del tempo. Il successo dei primi due volumi, editi rispettivamente nel 2001 e nel 2003, dedicati alla xilografia il primo e al bulino il secondo, è dimostrato anche dal loro inserimento tra i libri di testo per le cattedre universitarie che si occupano di storia della grafica. Il manuale è costituito da diverse sezioni. La prima è dedicata alle caratteristiche tecniche, dalla preparazione della matrice alle fasi di stampa. La seconda analizza, attraverso diversi testi monografici, la fortuna e la storia di questo linguaggio grafico dalle origini alle sperimentazioni contemporanee. La terza sezione affronta le problematiche relative alla conservazione e al restauro della carta; presenta contributi sulla fotoincisione e sul rapporto tra incisione e fotografia e ricostruisce la storia della Stamperia dell’Istituto Nazionale per la Grafica sin dalle origini dell’allora Calcografia Camerale. Il carattere manualistico, di agile consultazione, rende l’opera non solo un utile strumento didattico ma anche una preziosa guida per chi intendesse avvicinarsi alla materia.

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