Giorgio Upiglio e il suo Atelier 1958-2007

UPIGLIO PALADINO

INCIDERE AD ARTE

Giorgio Upiglio e il suo Atelier 1958-2007

L’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma e l’Archivio del Moderno di Mendrisio inaugurano la mostra Incidere ad arte. Giorgio Upiglio e il suo Atelier 1958-2007, giovedì 19 aprile 2007, nelle sale espositive di Palazzo Fontana di Trevi a Roma. La mostra è realizzata d’intesa con la Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanee e la Direzione Generale per gli Archivi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con la Fondazione Archivio del Moderno di Mendrisio (Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana). Essa è frutto della stretta collaborazione tra i due Istituti promotori e si svolge nell’ambito della Convenzione per collaborazione scientifica stipulata tra l’Accademia di Architettura di Mendrisio dell’Università della Svizzera italiana- Archivio del Moderno e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali dello Stato italiano, firmata nel 2002. La mostra, curata da Serenita Papaldo, direttrice dell’Istituto Nazionale per la Grafica e da Letizia Tedeschi, direttrice dell’Archivio del Moderno, nasce in seguito alla donazione dell’intero archivio personale di Giorgio Upiglio – ricevuta dall’Archivio del Moderno nel 1996- del quale intende ricostruire la storia e l’attività di stampatore d’arte a Milano, dai primi esperimenti di fine anni Cinquanta fino ad oggi. LA MOSTRA e L’ITINERARIO ESPOSITIVO L’itinerario espositivo si articola in tre sezioni: una prima sezione in cui si ricostruisce il lavoro dell’atelier, una seconda in cui si ripercorre la storia della stamperia attraverso le opere degli artisti che hanno collaborato con Giorgio Upiglio e una terza e ultima dedicata alla sua attività come editore e stampatore di libri d’artista. L’atelier. L’atelier viene ricostruito con l’esposizione di documenti fotografici originali relativi all’attività della stamperia, prove di stampa, lastre, menabò di cartelle calcografiche, la ricostruzione dell’intero processo creativo che conduce alla realizzazione di un libro d’artista, di una cartella d’incisioni. Rivivere il luogo dell’operare pratico e del fare tecnico, “il luogo del gesto e del graffio”, come afferma Upiglio, lo spazio dove la tecnica sapiente è piegata al fare artistico in modo tale da renderlo autenticamente efficace e dunque espressivo, permetterà di cogliere e apprezzare la grande peculiarità di Giorgio Upiglio, che non è mai stato semplice e mero esecutore-stampatore bensì coautore delle opere artistiche. Interprete consapevole dei desiderata degli artisti, egli infatti, ha tradotto nel linguaggio incisorio le singole proposte che questi sono andati elaborando nei decenni. Come ricorda Leo Lionni: “Upiglio è stato personalmente coinvolto in scelte e decisioni che vanno al di là dei problemi di lastra e di torchio”. Gli artisti. La storia della stamperia di Giorgio Upiglio è ricostruita attraverso le opere degli artisti che vi hanno operato, di cui saranno esposte le cartelle e i fogli incisi più significativi. Tanti sono stati gli artisti che si sono affidati alla Stamperia Grafica Uno per la realizzazione delle loro opere; si ricordano, in particolare, il lungo sodalizio con Enrico Baj, Wifredo Lam, Emilio Scanavino, Lucio Fontana, Alberto Giacometti, Hsiao Chin, Floriano Bodini, Sigfrido Bartolini, Claire Falkenstein, Giovanni Korompay, Karl Kasten, Carlo Mattioli, Mario Rossello, Sergio Saroni, Enrico Della Torre, Mimmo Paladino. Le edizioni. La sezione dedicata alla creazione del libro d’artista vede esposti i volumi stampati da Upiglio per le Edizioni Grafica Uno e per altri editori, tra i quali le Edizioni Schwarz, Scheiwiller, Rizzardi, Rovio, Officina Chimera, Fogola, Cerastico e Cento Amici del Libro. L’attività editoriale legata ai libri d’artista vede Upiglio esordire con Work in progress di Maria Luisa de Romans, opera prima del 1962 con poesie di Roberto Sanesi, realizzare volumi con Man Ray e Duchamp, Pierre Alechinsky, stampare con artisti quali Enrico Baj, Leo Lionni, Sandro Martini, Graham Sutherland, Emilio Tadini, fino a giungere agli ultimi libri di Raymundo Sesma, Roberto Ciaccio, Mimmo Paladino, oltreché collaborare con scrittori, poeti, giornalisti tra cui Dino Buzzati, André Breton, Edoardo Sanguineti, Theodore Koenig, Giovanni Arpino, Giorgio Soavi, Sandro Penna, Vittorio Sereni, Giovanni Orelli, Giovanni Giudici, Guido Ceronetti, Günther Grass, Heirich Böll.

Apertura al pubblico

inaugurazione 19 aprile ore 18.30

20 aprile – 17 giugno 2007 10.00 – 19.00,

martedi- domenica chiuso: 1 maggio

Ingresso gratuito

Informazioni tel +39 06.69980242 – +39 06.69980248

Servizi educativi Gabriella Bocconi + 39 06 69980223

Ufficio Stampa Istituto Nazionale per la Grafica: Marcella Ghio tel. 0669980238 – fax 0669921454 +39 3356821996

Comunicazione e Relazioni esterne Istituto Nazionale per la Grafica

dr Rita Parma + 39 06 69980 248 + 39 334 6269 159

Archivio del Moderno Accademia di architettura- Università della Svizzera italiana

dr Lorella Campi Gandini + 41 58 66 65 500 fax + 41 58 66 65 555

GIORGIO UPIGLIO: gli esordi, l’attività della stamperia e le ragioni di una mostra

Nato nel 1932 a Milano, Giorgio Upiglio nel 1945 comincia ad aiutare il padre Emilio e lo zio, Raffaele Cervone, nei laboratori dell’Atlas (Arti Tipo-litografiche Ambrosiane Società). All’apprendistato tipografico in Atlas affianca presto l’interesse e la curiosità per la stampa originale (che prevede l’intervento diretto dell’artista nella creazione e incisione della matrice). Il torchio, acquistato nel 1950, serve a realizzare le prime stampe di Gianni Brusamolino, Piero Leddi e Renato Volpini. Dopo anni di sperimentazioni il passo decisivo verso la creazione dell’atelier risale al marzo del 1962, quando Upiglio fonda, in società con Mario Tringali e Loris Giacomessi, la stamperia Grafica Uno, il cui nome deriva dalle sue stesse iniziali, utilizzando i torchi presenti nella storica e tanto celebrata sede di via General Fara 9. Fra i primi lavori della Grafica Uno si ricordano il già citato Work in progress (1962), la cartella La giornata provvisoria (1964) con acqueforti e litografie, realizzata con Brusamolino. Di questi anni è pure l’incontro con Giancarlo Pozzi, stampatore e poi artista, il cui primo lavoro con Upiglio è un libro d’artista, La dignità delle pietre del 1964; Pozzi diventerà uno dei suoi più stretti collaboratori. Al 1965 risale l’apertura, nelle vicinanze dello studio Grafica Uno, dello Studio Marconi e proprio Giorgio Marconi, amico di Upiglio, funge da tramite fra la stamperia e i giovani artisti milanesi. Sono gli anni dell’attività incisoria con, tra gli altri, Enrico Baj, Valerio Adami, Hsiao Chin. A loro volta questi artisti furono, in molte occasioni, il tramite per altri incontri e nuove collaborazioni. Frattanto l’atelier Grafica Uno di via Fara stava acquistando crescente rilevanza entrando sempre più in contatto diretto con le più salienti emergenze artistiche nazionali e internazionali. Artisti come Emilio Scanavino, Cesare Peverelli, Mario Rossello, Agenore Fabbri trovano Upiglio come naturale interlocutore per realizzare cartelle e libri d’artista. Albisola, dove entrambi soggiornavano, da una parte e, con tutta probabilità, Arturo Schwarz dall’altra, favorirono l’incontro fra Giorgio Upiglio e Lucio Fontana, la cui collaborazione si avvia con la realizzazione di Serie Rosa (1966) e continua- lo stesso anno- con uno dei libri più complessi e ricercati della stamperia: L’albero poeta, frutto della collaborazione di Fontana, Baj, Cascella, Cavaliere, Crippa, Novelli, Perilli, Giò e Arnaldo Pomodoro, Somaini, con testi di Guido Ballo. Se Schwarz introdusse Duchamp e Man Ray alla stamperia, fu però un editore, Einaudi, a condurvi Alberto Giacometti con Lamberto Vitali. Gli anni che seguono vedono il nome e la fama di Upiglio crescere e diffondersi ormai a livello internazionale: è così che il suo atelier vede all’opera molti dei maggiori artisti contemporanei, d’ogni provenienza. Il listino della stamperia si accresce sommando nuove presenze: De Chirico, Minguzzi, Joe Tilson, Cantatore, Grass, Claire Falkenstein, Korompay, Giorgio Soavi, Sutherland e via enumerando. Alcuni artisti diventano presenze costanti, altri realizzano con Upiglio opere particolari. Nel 1970 Upiglio pubblica la cartella El circulo de piedra, con poesie di Carlos Franqui e litografie di Adami, Calder, Camacho, Càrdenas, César, Corneille, Errò, Jorn, Kowalski, Lam, Mirò, Pignon, Rebeyrolle, Tápies, Vedova e Le gambe di Saint Germain scritto da Osvaldo Patani e illustrato da Dino Buzzati. A Giorgio Upiglio, inoltre, si deve la maggior produzione di libri d’artista degli ultimi decenni a Milano. L’Atelier Upiglio dal 1962 ha pubblicato, tra cartelle e volumi, un listino di oltre 90 titoli. Dando rilevanza proprio a questo aspetto particolare e per sottolineare il ruolo svolto in questi anni in Milano, nel 1985, gli viene dedicata una mostra monografica alla Rotonda di via Besana. Ancor oggi la sua stamperia è luogo d’incontro e un polo creativo per artisti di nuova generazione e per maestri d’ogni dove di primaria grandezza. Ha scritto in proposito Leo Lionni: “Nessuno meglio di Giorgio impersona la nuova figura del maestro artigiano. … Non come uomo-strumento, ma come collaboratore che con la sua generosa disponibilità a nuovi interrogativi, l’intuizione di possibili risposte e la elaborazione di nuovi mezzi partecipa vitalmente alle invenzioni del processo creativo”.

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