INCHIOSTRI E SALI D’ARGENTO

 

Storie di “Uomini illustri” e luoghi dell’Appia:

stampe, disegni, fotografia

 

Visite guidate in conversazione con Silvia Trisciuzzi e Luca Somma

venerdì 20 ottobre 2023

In occasione della sua candidatura alla Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, proposta dal Ministero della Cultura lo scorso gennaio, l’Istituto centrale per la grafica dedica alla via Appia l’esposizione Regina Viarum. La via Appia nella grafica tra Cinquecento e Novecento (20 settembre 2023 – 7 gennaio 2024), curata da Gabriella Bocconi.

La Via Appia, celebrata dal poeta latino Stazio come la Regina viarum, con il suo lungo tracciato da Roma a Brindisi, è stata nei secoli teatro di eventi che affondano le proprie radici nel mito e nella storia. Lo storico Tito Livio racconta che il secondo re di Roma, Numa Pompilio, incontrò all’interno del bosco sacro, oggi parte del parco della Caffarella, la Ninfa Egeria. Il disegno tratto da un originale del pittore genovese Luca Cambiaso (Moneglia, 1527 – Madrid, 1585), mostra l’intenso dialogo tra il sovrano e la donna presso una fonte d’acqua; il foglio di Carlo Maratti (Camerano, 1625 – Roma, 1713), raffigura la ninfa nell’atto di consegnare le leggi al re romano, a simboleggiare le origini divine del diritto. La Via Appia conserva inoltre memoria di episodi di battaglia nelle valli e tra i monti, come se il paesaggio fosse esso stesso intriso di storia. Il ricordo dell’umiliazione delle forche caudine risuona, a distanza di secoli, nell’incisione di Bernardino Olivieri (Roma, 1770 – notizie fino al 1848). Al periodo di passaggio dalla Repubblica all’Impero si legano le vicende di Caio Mario. L’incisione di Giorgio Ghisi (Mantova, 1520 – Mantova, 1582) raffigura il generale in prigione, a Minturno, mentre scaccia con forza due soldati cimbri o galli entrati per ucciderlo.
Sono solo alcune delle tante storie raccontate dalle opere esposte in mostra.

Il secondo focus riguarderà alcune opere fotografiche appartenenti alle collezioni dell’Istituto centrale per la grafica. Le fotografie di fine Ottocento che rientrano nell’attività di documentazione della campagna romana ereditano quella visione romantica e pittoresca che da sempre aveva riscosso ampio successo nei viaggiatori presenti in città. Parleremo dei negativi in vetro alla gelatina ai sali d’argento del Fondo Vasari esposti in mostra; delle fotografie del Fondo di Duilio Cambellotti, degli scatti dell’artista e delle foto di Romualdo Moscioni (Viterbo 1849-Roma 1925) conservati all’interno del fondo. Avremo la possibilità di osservare una delle immagini di Alfabeto incompiuto di Olivo Barbieri (Carpi 1954) dedicato al parco archeologico di Venosa, patria di Orazio, che l’artista ha prodotto per la collana Altri sguardi, curata da Maura Picciau e dedicata al patrimonio artistico nazionale

Scarica l’invito

primo turno: ore 19.30

secondo turno: ore 21.00

Istituto centrale per la grafica – Palazzo della Calcografia, Via della Stamperia, 6 – Roma

Non è possibile accedere all’Istituto con bagagli, zaini e borse di grandi dimensioni. Non sono disponibili armadietti o guardaroba.

Pin It on Pinterest

Share This