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La collezione, con opere databili a partire dalla metà dell’Ottocento fino ad oggi, esemplifica e valorizza in particolare la storia della fotografia italiana e il ruolo svolto dal mezzo nell’ambito dei diversi linguaggi espressivi.
Conta attualmente (tra negativi, positivi e fototipi unici) un insieme di circa 17.000 opere, con la presenza di un nucleo rappresentativo dei procedimenti delle origini (dagherrotipi, ambrotipi, ferrotipi, autocromie, stereoscopie e cartes de visite, oltre a una stampa da calotipo – negativo su carta del 1840-1841 – di William Henry Fox Talbot, uno degli inventori della fotografia).
Accanto a nomi di eccellenti professionisti dell’Ottocento e del primo Novecento, particolarmente impegnati nella documentazione dei luoghi e dell’opera d’arte (tra i quali si distingue un corpus di oltre 5000 negativi su lastre di vetro della Ditta Vasari), o nel genere del ritratto (Gustavo Bonaventura, Eva Barrett, Ghitta Carell, ecc.), nella collezione si conservano fotografie di raffinati amateurs, attivi tra Ottocento e Novecento, vicini alle tendenze pittorialiste (Filippo Rocci, Federico Peliti, Francesco Agosti), come anche fondi fotografici di artisti impegnati generalmente in altri campi espressivi (Francesco Paolo Michetti, Duilio Cambellotti, Adolphe Hiremy Hirschl).
Parte importante della collezione è costituita infine dal Fondo di Autori contemporanei che è stato incrementato soprattutto dai primi anni 2000, attraverso il Piano per l’Arte Contemporanea del MiBACT, o in occasione di manifestazioni espositive organizzate dall’istituto.
Tale sezione include attualmente alcuni dei nomi più significativi della fotografia italiana del dopoguerra e contemporanea, con opere di Gianni Berengo Gardin, Mimmo Jodice, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Paolo Gioli, Guido Guidi, Mario Cresci, Luca Maria Patella, Letizia Battaglia, ecc., fino alla più recente acquisizione di alcune opere di Lisetta Carmi.

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