invito_campigotto

prorogata fino al 24 maggio

Al termine delle celebrazioni per il bimillenario di Augusto, l’Istituto centrale per la grafica e l’editore FMR presentano al pubblico la mostra di fotografie inedite di Luca Campigotto, ROMA. L’impero per immagini, proseguendo nell’attività di presentazione e valorizzazione di figure particolarmente rappresentative della fotografia italiana contemporanea.

Nella mostra, a cura di Flaminio Gualdoni, sarà esposta una selezione di 20 immagini di grande formato scelte all’interno del corpus di 140 fotografie che l’artista ha realizzato per il volume ROMA. Un impero alle radici dell’Europa, in uscita negli stessi giorni da FMR: luoghi e monumenti di interesse archeologico ripresi a Roma, Pompei, Tivoli, Ostia e in altre importanti località entro i confini dell’impero romano (Istanbul, Spalato, Merida, Arles, Nîmes, Saint-Rémy-de-Provence…).

L’imponente volume di pregio (del formato cm 32,5 x 45, 380 pagine), dal quale sono tratte le fotografie esposte, costituisce l’avvio della collana “Europa” che, con una serie di opere destinate a un pubblico di collezionisti e appassionati di arte e cultura, intende rivolgersi alle radici della coscienza europea per riscoprirne le matrici culturali e le fonti originarie.

Nel volume, con prefazione di Louis Godart, Consigliere per la conservazione del patrimonio artistico
 del Presidente della Repubblica Italiana e direttore della collana, i testi dello storico e archeologo Livio Zerbini mostrano come la cultura romana abbia lasciato il segno nella civiltà europea di oggi. Dall’alfabeto al diritto, dalle tecniche amministrative alle arti, dalla letteratura alle infrastrutture per le città e le comunicazioni, sono nella Roma antica le radici dell’Europa moderna e non solo.

Come in tutti i volumi della collana, accompagna il testo dello studioso, che tratteggia la storia e le vicende salienti dell’ambito culturale indagato, una originale lettura per immagini affidata a un maestro della fotografia contemporanea che, come nel caso di Campigotto, intende non semplicemente documentare quel mondo, ma permette di farci scoprire, in un percorso e in una prospettiva inediti, aspetti inusuali e nascosti anche dei monumenti e delle bellezze artistiche più conosciute, grazie al proprio irripetibile sguardo e all’unicità dell’incontro emozionale tra la sensibilità dell’artista e la suggestione dei luoghi attraversati.

Roma e ogni sua vestigia sparsa nel vecchio mondo dicono di un’idea di bellezza che fa tutt’uno con l’idea di potenza. E proprio nelle pietre che resistono tenacemente ho cercato una visione potente delle cose. Acquedotti giganteschi, mura invalicabili, templi, colonnati, archi, strade, ponti, statue, cippi. L’archeologia mi restituisce lo sguardo stupito di quand’ero bambino e scatena la fantasia. (Luca Campigotto)

La lettura per immagini delle vestigia di Roma, effettuata con gli occhi di un artista, ci aiuterà a ricordare che l’eredità di quel mondo è presenza viva fra noi e che forse è opportuno riflettere sulle caratteristiche e sulla cultura dell’impero più ampio e longevo della storia proprio nel momento in cui il tema dell’unità nella diversità dei popoli e delle nazioni europee è di stringente attualità.

Sede della mostra  Roma, Palazzo Poli, via Poli, 54 (Fontana di Trevi)

Anteprima 27 marzo 2015 ore 11,30

Date dal 28 marzo al 3 maggio 2015 prorogata fino al 24 maggio

Apertura al pubblico martedì – domenica, ore 10.00 -19.00 – chiusura settimanale: lunedì apertura straordinaria il 1 maggio

Ingresso libero

Responsabile Ufficio Stampa e Comunicazione Angelina Travaglini  con la collaborazione di  Roberta Ricci tel. 06 69980238

 

BREVE BIOGRAFIA DI LUCA CAMPIGOTTO

Luca Campigotto (Venezia 1962) vive e lavora tra New York e Milano.

Laureato in storia moderna con una tesi sull’epoca delle grandi scoperte geografiche, da oltre vent’anni lega la propria ricerca al tema del viaggio, fotografando il paesaggio e l’architettura.

Ha realizzato progetti di ricerca su Venezia, Roma, Napoli, Londra, New York, Chicago, l’India, la Strada delle Casbah in Marocco, Angkor in Cambogia, il deserto di Atacama in Cile, Patagonia, Isola di Pasqua, Yemen, Iran, Lapponia.

Ha esposto a: Mois de la Photo e MEP, Parigi; Somerset House, Londra; Galleria Gottardo, Lugano; IVAM, Valencia; The Art Museum e The Margulies Collection at the Warehouse, Miami; CCA, Montreal; MOCA, Shangai; Biennale di’Arte 1997-2000-2011, Palazzo Ducale e Museo Fortuny, Venezia; MAXXI, MACRO, Museo del Vittoriano e Festival della Fotografia, Roma; Museo della Scienza e della Tecnica, Milano; MART, Rovereto.

Tra le sue pubblicazioni:

  • Teatri di guerra, Silvana, Milano 2014
  • Gotham City, Damiani, Bologna 2012
  • My Wild Places, Hatje Cantz, Ostfildern 2010
  • The Stones of Cairo, Peliti Associati, Roma 2007
  • Venicexposed, Contrasto, Roma / Thames&Hudson, Londra / La Martinière, Parigi 2006
  • L’Arsenale di Venezia, Marsilio, Venezia 2000
  • Molino Stucky, Marsilio, Venezia 1998
  • Venetia Obscura, Peliti Associati, Roma / Dewi Lewis, Stockport / Marval, Paris 1995

Principali collezioni:

  • Maison Européenne de la Photographie, Parigi
  • Canadian Centre for Architecture, Montreal
  • The Progressive Collection, Cleveland
  • The Margulies Collection at the Warehouse, Miami
  • The Sagamore Collection, Miami
  • The Andrew J. Hall Collection, Southport CT
  • The Raymond J. Learsy Art Collection, New York
  • MAXXI, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, Roma
  • UniCredit Group, Milano
  • Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino
  • Metropolitana, Napoli
  • Museo Palazzo Fortuny, Venice
  • Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Varese
  • Fondazione Cassa di Risparmio, Modena
  • Galleria Civica, Modena
  • Museo della Fotografia, Cinisello Balsamo
  • Museo Civico, Riva del Garda
  • CRAF, Spilimbergo

Mito, memoria, visione

Città eterna. Autentico inizio del mondo occidentale. Caput Mundi. Grandiosa e indomita, raffinata, violenta e persino folle – Roma è stata la capitale di ogni antico miraggio. Infinite guerre di conquista e magnificenza architettonica. Culla del diritto e barbarie incanalata nei circhi coi leoni. Crogiolo di razze, lingue e religioni. Impero spietato, ma anche saggio amministratore di terre sconfinate e quasi incognite… Nel cuore, ho ancora la Roma conosciuta attraverso le illustrazioni del sussidiario delle elementari. Colonne e gladiatori. Guerre puniche, falangi e centurie. L’alloro di Cesare e il pugnale di Bruto. Marco Aurelio a cavallo. Le battaglie nelle foreste germaniche, l’assalto alla Britannia. Antonioe Cleopatra a bordo di una galera sul Nilo. Costantinopoli e l’impero che si spezza. Il grande incendio, la calata dei barbari, la fine. Purtroppo, malgrado molti anni di studi storici, la memoria è frammentata e tutto scorre confusamente. Dell’insegnamento di Fernand Braudel – la Storia vive con gli occhi della cronologia e della geografia – ho trattenuto solo la parte che mi spingea viaggiare.Mi sono dedicato alla fotografia di paesaggio perché amo immensamente vedere i luoghi. Partire, camminare, perdermi. L’attrazione fatale per tutto quel che è lontano mi porta a fantasticare le architetture che fotografo, come se così potessi finalmente impossessarmi di epoche che non mi appartengono. Questa lunga esplorazione dell’eredità di Roma è stata l’occasione per un’altra avventura nel tempo. Un nuovo confronto con la dimensione mitica dello spazio e la sfida della sua conseguente rappresentazione non solo documentaria ma, soprattutto, evocativa e iconica. Roma e ogni sua vestigia sparsa nel vecchio mondo dicono di un’idea di bellezza che fa tutt’uno con l’idea di potenza. E proprio nelle pietre che resistono tenacemente ho cercato una visione potente delle cose. Acquedotti giganteschi, mura invalicabili, templi, colonnati, archi, strade, ponti, statue, cippi. L’archeologia mi restituisce lo sguardo stupito di quand’ero bambino e scatena la fantasia. L’incanto solitario delle rovine echeggia la grandezza del passato. L’erba selvatica bisbiglia tra i ruderi “forza e onore”, il motto della legione romana, e infonde allo scenario un senso eroico. Specie di notte, i disegni del vecchio sussidiario tornano ad animarsi, si confondono a incubi piranesiani e suggestioni di film peplum. La fotografia è la mia macchina del tempo.

Luca Campigotto

 

 

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