Restauro

Le attività di restauro dell’Istituto centrale per la grafica di Roma sono curate da due distinti settori:

    Nato nel 1994 sotto la direzione di Michele Cordaro, si è occupato negli anni sia della diagnostica finalizzata a comprendere i meccanismi di degrado e gli effetti di questo sulle matrici calcografiche, sia della identificazione delle tecniche incisorie attraverso la morfologia dei segni incisi, avvalendosi di tecnici specializzati e strumentazioni adeguate.

    L’operato del Laboratorio è dunque finalizzato al restauro, alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio dell’Istituto centrale della grafica, senza trascurare le realtà che conservano matrici metalliche incise sul territorio italiano.

    Tra i progetti più impegnativi intrapresi negli ultimi anni si annoverano quelli dedicati a Pietro Testa, oggetto di un’ampia pubblicazione del 2014, a Salvator Rosa, le cui lastre sono state esposte in una mostra del 2014, al fondo di matrici di Giorgio Morandi, donate dall’incisore e dalle sue sorelle alla Calcografia, cui l’Istituto ha dedicato una mostra nel 2015.

    Dal 2010 è in corso l’analisi sistematica – in ordine cronologico – del fondo di Giambattista Piranesi, in vista della pubblicazione in volumi del catalogo completo delle matrici.

    Il Laboratorio si occupa anche di eseguire o dirigere i restauri su collezioni di matrici presenti sul territorio italiano: dalle lastre dell’Istituto Geografico Militare di Firenze (2000), all’intero corpus di matrici della Galleria Giustiniana conservate presso l’Accademia Ligustica di Genova, oggetto di una mostra nel 2001; da un piccolo nucleo di matrici facenti parte delle collezioni del Museo Francescano presso l’Istituto Storico dei Cappuccini di Roma (2005) ai Cliché fotomeccanici e fotografici dell’Istituto d’Incremento ippico della Sardegna (2005-2007);  dalle matrici delle Collezioni Civiche di Verona (2008) incise da Gaetano Zancon (1771-1816) a 12 opere su rame incise da Giambattista e Domenico Tiepolo del Museo Correr di Venezia (2012), nonché una scelta di 200 matrici della Stamperia Borbonica conservate presso il Museo archeologico Nazionale di Napoli (2015-2016).

    Compie inoltre attività didattica per Scuole di Alta formazione (ISCR) e per Accademie di Belle Arti, italiane ed estere, prestandosi anche a consulenze con istituzioni museali italiane quali, ad esempio, il Gabinetto dei disegni e delle stampe delle Gallerie degli Uffizi di Firenze.

     

      Contatta il responsabile del laboratorio diagnostico per le matrici:

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      Il Laboratorio di restauro opere d’arte su carta focalizza la sua attività sull’azione di tutela, verifica e conservazione del patrimonio dell’Istituto centrale per la grafica di Roma.

      Si tratta di un patrimonio eterogeneo, formato da manufatti che se pure in parte accomunati dal medesimo materiale costitutivo, la carta, sono in realtà profondamente distinti e caratterizzati dal loro periodo di produzione e dalla loro destinazione d’impiego. Oggi la linea conservativa intrapresa sui fondi dell’Istituto si avvale del notevole bagaglio di esperienze che provengono dalla revisione delle strategie conservative e museali avviate nell’ex Gabinetto Nazionale delle Stampe, con una particolare attenzione alla storia del collezionismo di grafica, e quindi al mantenimento di tutte quelle informazioni che possono derivare da precedenti sistemazioni.

      L’attuale Laboratorio di restauro dell’Istituto è il naturale depositario di tali esperienze, che con il mutare dei tempi e la crescente richiesta di attività volte alla valorizzazione, hanno visto il settore impegnato anche su opere contemporanee, che per tipologia e complessità richiedono innovative strategie conservative finalizzate all’esposizione.

      Nell’ambito della conservazione dei manufatti dei quali si occupa, la ricerca prende necessariamente avvio dalle esigenze conservative ed espositive dettate dalle Collezioni. Ed è ancora la quotidiana frequentazione delle collezioni e l’esperienza accumulata attraverso gli innumerevoli problemi posti dalle diverse tipologie di opere, a far sì che soprattutto negli ultimi tre decenni tale competenza sia stata esportata sul territorio nazionale, attraverso la cura e il coordinamento di importanti progetti di restauro per molte istituzioni pubbliche.

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